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Spotify pronta a rivoluzionare il pagamento delle royalties nel Q1 2024: cosa cambierà per gli artisti

Spotify

Cos'è successo?

L’industria musicale si prepara a un cambiamento epocale. Spotify, secondo musicbusinessworldwide starebbe pensando a modifiche significative al suo modello di pagamento delle royalties previste per il primo trimestre del 2024. L’obiettivo è chiaro: ridistribuire 1 miliardo di dollari nei prossimi cinque anni verso “artisti legittimi” e titolari dei diritti. Ma cosa cambierà concretamente?

Introduzione di una soglia di streams minimi

Una delle modifiche più significative apportate da Spotify riguarda l’introduzione di una soglia di streams minimi prima che una traccia inizi a generare royalties. Attualmente, ogni riproduzione su Spotify di una traccia con una durata superiore a 30 secondi genera un pagamento delle royalties. Tuttavia, questa regola verrà modificata nel primo trimestre (Q1) del 2024. Ogni traccia dovrà raggiungere un numero minimo di stream annuali. Sebbene non siano state specificate le cifre esatte, questa modifica è progettata per “de-monetizzare” una parte delle tracce che attualmente guadagnano meno di cinque centesimi al mese. In altre parole, le tracce meno popolari dovranno soddisfare un requisito minimo di popolarità per essere monetizzate.

Penalizzazione dei distributori per l'attività fraudolenta

Spotify è decisa a combattere l’attività fraudolenta all’interno della piattaforma. L’azienda ritiene di avere una delle tecnologie di rilevamento delle frodi più sofisticate tra le piattaforme di streaming. Si è già dimostrata pronta a rimuovere decine di migliaia di tracce che mostravano segni di streaming illegittimo, compreso l’uso di strumenti di intelligenza artificiale o  “streams farm”. Queste attività fraudolente danneggiano artisti onesti e titolari dei diritti, che vedono le loro royalties deviati verso chi sfrutta questi strumenti.

Tuttavia, la grande novità è che Spotify prevede di applicare multe ai distributori delle tracce in cui viene rilevata un’attività fraudolenta. Questa misura avrà un impatto diretto sui distributori, inclusi le etichette discografiche. 

Rimodulazione anche per le tracce "Soundscapes"

Un’altra modifica interessante riguarda la durata minima richiesta per le tracce di “soundscapes” non musicali al fine di generare royalties. Attualmente i sound designer ricevono lo stesso pagamento di tutti gli altri creatori musicali su Spotify. Alcuni di essi hanno sfruttato questa regola caricando playlist di “rumore” con tracce di 31 secondi. Questo significa che ogni intervallo di 31 secondi in una playlist generava un pagamento di diritti d’autore.

Tuttavia, da Q1 2024, Spotify prevede di aumentare significativamente il tempo minimo richiesto per la monetizzazione delle tracce di “soundscapes”. Anche se la durata esatta non è stata confermata, questa modifica avrà un impatto notevole su quei sound designer che suddividono le loro tracce in segmenti di 31 secondi.

Spotify ha giustificato questa modifica sottolineando l’importanza del contenuto di “soundscapes” per alcuni utenti, come chi ascolta il rumore bianco per dormire o concentrarsi. Tuttavia, la modifica è progettata per evitare che alcuni creator sfruttino il sistema con tracce brevi.

L’approccio di Spotify a questo tipo di contenuto è meno aggressivo rispetto a Deezer, che ha annunciato la completa de-monetizzazione del contenuto di “soundscapes” nella sua piattaforma nell’ambito del suo modello “artist centric“.

Obiettivo redistribuire 1 miliardo di dollari nei prossimi cinque anni

Spotify spera che queste tre modifiche al modello di pagamento dei diritti d’autore possano portare alla ridistribuzione di 1 miliardo di dollari nei prossimi cinque anni. L’obiettivo è ridurre i pagamenti verso tracce di scarsa popolarità, combattere l’attività fraudolenta e garantire che il denaro finisca nelle mani degli artisti e dei titolari dei diritti legittimi.

È importante sottolineare che queste modifiche non influenzeranno la dimensione complessiva del pool di royalties erogati a creatori e titolari dei diritti. Invece, cambieranno la distribuzione di quei pagamenti, con una riduzione dei fondi destinati alle tracce musicali meno popolari e a chi sfrutta il sistema di pagamento. La speranza è che queste modifiche rendano il sistema più equo e incentivino una maggiore integrità all’interno della piattaforma di streaming.

La reazione dell'industria

Le reazioni sono state variegate all’interno dell’industria musicale. La maggior parte degli attori principali sono entusiasti perché queste misure sono viste come un tentativo di rendere il sistema di pagamento delle royalties più equo per gli artisti e i titolari dei diritti legittimi.

Tuttavia, resta da vedere come queste modifiche saranno attuate nella pratica e come influiranno sulla redditività degli artisti. Sarà interessante seguire l’evoluzione di questa storia e come influirà sulla dinamica dell’industria musicale.

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